La classifica dei paesi spammatori
(C) 2004 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net)
Ho un po' di cifre sul fenomeno spam che forse vi possono interessare. La società antispam Commtouch ha pubblicato un'analisi che identifica, fra le altre cose, i paesi che maggiormente ospitano i siti beneficiari dello spam e i paesi dai quali origina più abbondantemente lo spam.
Lo studio completo (in inglese) è qui:
http://www.commtouch.com/ ... sh/2004/pr_04063001.shtml
In sintesi, sulla base di dati raccolti nei primi sei mesi del 2004, il prodotto maggiormente spammato è costituito dai medicinali (29,53%), seguito dai mutui (9,68%) e dalle proposte definite molto simpaticamente di "ingrandimento d'organi" (7,05%).
Il resto è costituito da offerte di shopping, vendite di software, offerte finanziarie, opportunità di lavoro, e ricerche di partner affettivi. Sotto il 3% troviamo pornografia, diete, prodotti di bellezza, rimedi per i debiti, titoli universitari e garanzie per autoveicoli.
Fra i medicinali, il Viagra spadroneggia: è presente nel 14,1% di *tutti* i messaggi spammatori. Quasi tutto lo spam è in inglese: le altre lingue sono presenti soltanto nel 5,77% dello spam planetario.
E' abbastanza sorprendente che il paese nel quale risiede la stragrande maggioranza dei siti citati nello spam è la Cina (73,58%). L'unico paese europeo a entrare nella Top Ten dei paesi che ospitano siti pubblicizzati nei messaggi spammatori è l'Olanda. Ecco la classifica completa:
1. Cina (73,58%)
2. Corea del Sud (10.91%)
3. Stati Uniti (9.47%)
4. Federazione Russa (3,5%)
5. Brasile (2,23%)
6. Argentina (0,09%)
7. Canada (0,06%)
8. Olanda (0,06%)
9. Australia (0,02%)
10. Giappone (0,01%)
La classifica dei paesi dai quali *originano* i messaggi di spam è invece molto diversa. In testa, con oltre il 55%, ci sono gli Stati Uniti; seguono, ampiamente distaccati, Corea del Sud (10,23%), Cina (6,60%), Brasile (3,35%), Canada (3,08%), Hong Kong (3,03%), Giappone (2,46%), Spagna (1,80%), Francia (1,23%) e Regno Unito (1,20%). Appena sotto i primi dieci troviamo Messico, Taiwan, Germania e Olanda.
Soltanto il 9,8% di tutto lo spam è conforme agli standard CAN-SPAM statunitensi, nel senso che contiene un indirizzo di e-mail funzionante, un indirizzo postale e un'opzione di dis-iscrizione, e che non è formulato in modo ingannevole per non sembrare pubblicità. Questa percentuale dimostra che rimane valido, nonostante le recenti leggi, il consiglio di non rispondere *mai* a uno spam, anche se offre (almeno in apparenza) una modalità di dis-iscrizione.
Gli spammer si stanno facendo furbi: il 21,6% dei messaggi di spam contiene caratteri a casaccio nel titolo, usati per confondere i filtri antispam; e l'8% dei messaggi tenta una "personalizzazione" per sembrare più plausibile, citando il nome o l'indirizzo di e-mail del destinatario nel titolo o nel corpo del messaggio.
Ciao da Paolo.
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