L'Agenda digitale rischia

Il testo corre il pericolo di finire sotto la frana dell'attuale crisi politica. E di non fare in tempo a essere approvato alla Camera.

Una corsa contro il tempo. E la posta in gioco è alta: il destino dell' Agenda digitale nostrana. Anzi, di ciò che ne rimane, perché dal giorno dell'approvazione del decreto Crescita 2.0, correva il 4 ottobre, il testo originario è stato rivisto, tagliuzzato e ricucito. Adesso tutto il lavoro fatto dallo scorso febbraio, quando si è insediata la cabina di regia voluta dall'esecutivo Monti, rischia di crollare sotto le macerie della crisi politica in atto. Il presidente del Consiglio ha annunciato nel fine settimana l'intenzione di dimettersi dopo il voto della legge stabilità e in febbraio si tornerà alle urne per scegliere il nuovo timoniere del paese. Agenda digitale e il suo contenitore Crescita 2.0 sono passati giovedì scorso, giorno del primo incrocio di braccia del Pdl, al Senato e potrebbero non fare in tempo a ottenere in tempo l'ok della Camera.

I giochi dovranno necessariamente essere chiusi entro il 18, ultimo giorno utile per impacchettare i decreti in via di approvazione. Mercoledì 12, come ha precisato il deputato e responsabile Internet del Pdl Antonio Palmieri su Twitter, il testo torna in aula e sono dunque cinque i giorni utili, fine settimana escluso, per convertirlo in legge. In caso contrario, la palla svuotata dei contenuti faticosamente assemblati in questi mesi passerà al prossimo esecutivo, bisognerà ripartire da capo e, c'è da giurarci, la corsa al digitale sarà uno dei capisaldi delle campagne elettorali che si accingono a partire...