L'assassino sbagliato
I giornali si trasformano in tabloid Internet. Ma l'unica alternativa per il business delle notizie in Rete è: qualità, riflessione, approfondimento. L'epoca degli scoop è finita.
È accaduto che per qualche ora un giovane statunitense, ignaro del destino tragico occorso anche alla sua famiglia, usasse la propria pagina Facebook come flebile microfono per discolparsi col mondo. Per qualche ora la battaglia dei comunicati e la loro potenza di emissione è stata asimmetrica come non mai: da un lato CNN, Huffington Post, Slate che davano in pasto all'opinione pubblica mondiale le foto prelevate dal profilo Facebook del crudele assassino di bambini di una scuola elementare del Connecticut, dall'altra i messaggi da un autobus del presunto assassino (quando secondo i media era già morto suicida alla fine dell'inumano attacco) nei quali diceva: "Ehi, non sono io, fottiti CNN, io sono a lavorare non c'entro nulla con tutta questa storia".
Tutti oggi abbiamo una voce e ce l'abbiamo subito. E se abbiamo una voce, se possiamo usarla e se le cose che diciamo sono utili e interessanti troveremo rapido ascolto anche se il segnale che emettiamo è debolissimo...
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