Battaglia sul brevetto dell'hash
Partite le lettere di diffida alle società che producono software peer-to-peer. Chiede royalty la stessa azienda che ha denunciato le major per le indagini condotte sulle reti di sharing. Ma non è la sola guerra.
Lo aveva preannunciato ed è ora scesa sul sentiero di guerra. Altnet, la società più nota tra quelle che con il peer-to-peer si stanno arricchendo, ha fatto partire le prime lettere di diffida ad alcune società produttrici di software di file sharing. La loro tecnologia - sostiene l'azienda - viola un nostro brevetto e se vogliono continuare ad utilizzarla devono pagare.
Bersagli della prima raffica di lettere, a cui ne seguiranno presto altre, sono Sharman Networks, vale a dire la mamma di Kazaa, e due società legate ai network di Gnutella: Lime Wire LLC e Free Peers Inc. (BearShare).
Il brevetto rivendicato da Altnet/Brilliant è la cosiddetta TrueNames, quella tecnologia che è studiata per consentire di individuare un file per i suoi contenuti e non solo per il suo nome o estensione. Si parla evidentemente dell'hash, ossia quel codice identificativo che molti software di peering utilizzano per facilitare lo scambio di file.
Altnet per il momento non sembra avere intenzione di trascinare in giudizio le softwarehouse impegnate nello sviluppo di applicativi di file sharing, che da anni combattono con le major nelle aule dei tribunali, ma ha iniziato ad avvertirle che questo è ciò che accadrà se non inizieranno subito a pagare......
...continua la news tratta da Punto-Informatico.it
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