Cambio alla guida di Google, via Schmidt
Dopo 9 anni Eric Schmidt lascerà il suo posto come CEO di Google, consegnandolo nelle mani di Larry Page, il cofondatore - con Sergey Brin - del motore di ricerca più utilizzato al mondo.
La "supervisione di un adulto", ossia l'idea di avere coime CEO una figura di esperienza come quella di Schmidt, era una soluzione introdotta 9 anni fa a causa di pressioni da parte di Kleiner Perkins, uno dei principali investitori dell'azienda.
Dovendo metterci tanti soldi, Perkins non si fidava, nel 2001, a lasciare l'investimento sotto il solo controllo dei due giovani fondatori Larry Page e Sergey Brin.
Le redini di Google dambieranno mani in aprile, quando Schmidt diventerà Executive Chairman, restando dunque in azienda.
La notizia può essere letta in tanti modi e infatti sta suscitando molte discussioni in rete. Da un lato si potrà dire "era ora": i fondatori sono ormai prossimi ai 38 anni, non proprio un'età da ragazzini, e anzi decisamente avanti se si pensa a Mark Zuckerberg, che a 26 anni è amministratore delegato della sua creatura Facebook. Tra l'altro, Zuckerberg è riuscito a triplicare il valore di Facebook in meno di un anno, senza alcuna necessità di un "adulto" che lo controllasse.
Dall'altro, molti osservatori ricordano che Schmidt è stato molto utile in Google come "parafulmine": ha sempre distratto i media dal prestare troppa attenzione ai fondatori. Assumendosi le colpe di tutti i problemi di immagine (vedi polemiche sulla privacy), e delle non ottime relazioni col mercato (vedi polemiche con Microsoft e Apple), ha generato l'idea che ci fosse un amministratore cattivello che giocava con l'affascinante e idealistica creazione dei due nerd fanciulli che stavano in penombra.
Ora ci si domanda se Larry Page mostrerà la disciplina e le conoscenze necessarie per guidare una società di 24.000 dipendenti. Una sfida alla quale ci si augura si sia preparato al meglio negli anni trascorsi in una posizione di secondo piano.
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