Cervello tecnologico? Non è utopia
Cervello tecnologico? Non è utopia
Ci pensate? Un chip impiantato nel cervello, nel nostro cervello, quello umano. Sino a qualche anno fa cose come queste si vedevano solo in una certa categoria di film e sembrava impensabile potessero tramutarsi nella realtà... ed invece Matthew Nagle è l'uomo, il primo uomo, che può ricominciare a vivere grazie a questo.
Matthew, a seguito di una rissa dove è rimasto ferito da un coltello, rimane a 20 anni paralizzato, gambe e braccia. Decide di partecipare ad un esperimento condotto dal neurochirurgo di Providence, Friehs; gli viene impiantato il BrainGare (una protesi da 4mm x 4mm ancora da perfezionare ma già grande) sulla parte di corteccia celebrare che coordina i movimenti.
Adesso Matthew è sotto osservazione e gli spettano 57 sedute in tutto raccontate dalla rivista scientifica Nature. Ma a cosa serve questa protesi? Beh Matthew, tetraplegico, è il primo uomo al mondo che è riuscito con la sola forza del pensiero ad aprire e leggere una mail, a giocare con un videogame, a regolare il volume del televisore e, soprattutto, a controllare un arto-robot. Non male vero? :)
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Un commento a "Cervello tecnologico? Non è utopia":
Siamo nel futuro e forse non c'è nè rendiamo conto!, quanto arriverà il
T1000 saranno guai.
PS: Il T1000 per quei due che non lo sanno è il robot di Terminator