Corea, ritorno all'anonimato
La schedatura di massa dei cittadini della Rete imposta ai principali operatori online è stata giudicata incostituzionale. Schedare significa autocensura. O fuga verso servizi meno invadenti.
I cittadini della Rete della Corea del Sud potranno tornare ad esprimere la propria opinione senza denunciare la propria identità: l'obbligo a registrarsi ai servizi online con le proprie generalità è stato ritenuto incostituzionale.
La discussa legge coreana era stata approvata nel 2007: alle piattaforme che potessero vantare più di 100mila visite al giorno era stato imposto di sottoporre i propri utenti ad una schedatura accurata che assicurasse la possibilità di rintracciare gli utenti associandoli a un nome reale e al corrispettivo locale del codice fiscale. L'obiettivo era quello di contenere la diffusione di indiscrezioni non verificabili e di messaggi offensivi o sobillatori, disponendo di riferimenti diretti che consentissero di individuare immediatamente gli autori delle sortite che risultassero sgradite in caso di reati, denunce o azioni legali. Con l'effetto, non trascurabile, di responsabilizzare i cittadini, costretti ad esporsi senza maschere o a rassegnarsi al silenzio...
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