Facebook: chat sotto controllo per prevenire crimini
Facebook ha mostrato quanto sia profonda e radicata la politica di controllo interno, anche a costo di andare a ledere la privacy degli utenti, se si raggiunge un certo livello di pericolo. Ad esempio le chat: le conversazioni interne sono infatti monitorate non ovviamente da mano umana ma da elaborati software che cercano presenza di parole chiave indice di possibile crimine. Se il livello “rosso” sale, intervengono i responsabili in carne e ossa e, nel caso estremo, si segnala tutto alle autorità. Così è avvenuto nel caso di un adulto che stava adescando una minore combinando un incontro per consumare un rapporto. Lo ha raccontato la Reuters, che ha – di fatto – sollevato il caso a livello mondiale.
Bambini e Facebook, un capitolo molto delicato che però potrebbe trovare un nuovo ordinamento e una regolamentazione per l’accesso. Sulla creatura di Mark Zuckerberg è vietato iscriversi se si ha meno di 13 anni tuttavia sono milioni e milioni gli “ultra-minorenni” che utilizzano il portale sociale, d’altra parte è semplicissimo scavalcare la barriera al momento dell’iscrizione, mentendo sulla propria data di nascita. Tuttavia, visto che buona parte dei genitori è a conoscenza di questa violazione e grazie a un nuovo possibile sistema di collegamento tra account, si proverà ad arginare il fenomeno e a proteggere gli utenti più piccoli dai pericoli della rete. Come? Facendo dipendere i loro profili da quelli dei genitori, che potranno monitorarli e proteggerli...
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