Google: censurata la pirateria in Instant Search
Qualche settimana fa, Google aveva promesso che, per andare inconto alle richieste delle industrie dell'intrattenimento, sarebbe stato attivato un filtro sui termini "correlati alla pirateria" nel loro sistema di ricerca.
Ora, come riferisce ad esempio TorrentFreak, pare che Google abbia tenuto fede alla parola, visto che alcune parole chiave (come 'BitTorrent'e 'rapidshare') non producono più alcun risultato con le funzionalità di Completamento automatico o Instant Search.
La funzione di ricerca standard, tuttavia, continua a visualizzare i risultati come di consueto.
Simon Morris di BitTorrent Inc., RapidShare, e Jamie King (il fondatore di Vodo) hanno espresso critiche in merito al cambiamento, sottolineando i molti usi legittimi della popolare tecnologia di file-sharing.
Per quanto si possa leggere una certa ipocrisia in queste lamentele, non si può non osservare che Google rischia sempre grosso quando adotta censure di qualsiasi tipo, contravvenendo alla propria filosofia di partenza e minando la propria immagine pur di compiacere i colossi industriali.
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6 commenti a "Google: censurata la pirateria in Instant Search":
Beh, non si tratta proprio solo di compiacere i colossi. La pirateria è un problema, non facciamo gli ipocriti pure noi. Google deve cercare di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, di fatto non censura nulla, si limita a non suggerire, il che è ben diverso!
Quello che dici è vero ma l'ipocrisia sta anche nel mostrare i risultati solo in un modo e non in un altro. Come dire: se sei bravo ci arrivi, altrimenti io non ti dico nulla... e non è questo lo spirito di una cosa che si chiama "motore di ricerca". Non si può decidere cosa è bello far trovare e cosa no. Il discorso sulla pirateria comunque è molto complesso e andrebbe affrontato in tutt'altro modo. Esisteva prima di internet e dunque non è certo internet a doverlo risolvere.
Tutto vero, ma internet e la tecnologia hanno portato la cosa a livelli mai
esistiti prima e che, al di là delle major discografiche, pongono per la prima
volta dei problemi sui diritti intellettuali.
Google certo non offre una soluzione, come potrebbe. Diciamo che io vedo che
prova a dare un contentino, sottolineando un problema e sperando che sia qualcun
altro o l'evoluzione stessa a risolverlo. Prende tempo.
Posso non condividere la sua "soluzione", ma la capisco!
Comunque a pigiare il tasto "invio" per vedere i risultati di ciò che si sta
effettivamente cercando... beh, non è che bisogna essere hacker eh... ;-)
E mettersi a cercare "torrent film pincopallo" per scaricarlo a sbafo... Se il
motore di ricerca te lo offre comunque, ma non te lo suggerisce lavorando pure
per te, non mi pare sbagliato del tutto come principio.
Comunque a pigiare il tasto "invio" per vedere i
risultati di ciò che si sta effettivamente cercando... beh, non è che bisogna
essere hacker eh...
...e su questo non ci piove ;)
Google di fatto non censura nulla, la sottigliezza sta nel fatto di non proporre un risultato a chi effettivamente non lo stia cercando: per come funziona il meccanismo dei suggerimenti se l'utente sta cercando informazioni inerenti ad un film (sale di riproduzione, interpreti, ecc..) comincia a digitare il nome nella barra e già si trova il link per vederlo piratato. Sorvolando sul motivo per cui quello è uno dei primi risultati... si può giungere alla conclusione che forse non è così sbagliato non "suggerire" come risultato iniziale un link che viola i diritti d'autore, ma tuttavia viene mantenuta una totale libertà di ricerca, semplicemente non guidata.
Io sono per la massima libertà possibile.E proprio nell'aggettivo "possibile"
albergano tutti i limiti (necessari e/o inevitabili) di quella
libertà.Effettivamente il meccanismo dell'Instant Search è alquanto raffinato e
sortisce effetti che vanno al di là del mero suggerimento...
Non mi soffermo sul punto, ma non posso che condividere la scelta di Google: se
stessimo parlando degli elementi un reato (in ipotesi) potremmo dire che con
questa scelta Google si mette al sicuro dalla fattispecie "dolosa" (volontà
diretta e consapevole d produrre quell'effetto).Tuttavia... residua un momento,
per così dire, "colposo": premendo INVIO, infatti, comunque quei risultati
vengono comunque fuori.
La differenza, apparentemente sottile, è in realtà molto grande: l'I.S.,
infatti, per la maggioranza degli utenti finirebbe per essere un "forte
suggerimento" (se non addirittura un'istigazione, per alcuni risultati), mentre
con questo filtro almeno s può dire che Google fa il possibile (attivamente) per
non "spingere" gli utenti, a prescindere dalla loro volontà, verso "certi"
risultati...