Nuova minaccia per la privacy: gli hacker entrano nel cervello
Oggi è un esperimento, ma quando i caschi basati sulle onde cerebrali cominceranno a diffondersi, la protezione dei dati diventerà un problema.
I dispositivi capaci di collegare direttamente il cervello al computer permettendo di controllarlo con il pensiero hanno un «lato oscuro»: secondo uno studio presentato alla conferenza sulla sicurezza Usenix di Seattle è possibile «hackerare» alcune informazioni direttamente dai segnali cerebrali. Per dimostrare la vulnerabilità dei dispositivi i ricercatori delle università di Berkeley, Oxford e Ginevra hanno studiato 28 soggetti già utilizzatori di caschi in commercio come quelli prodotti da Nurosky e Emotiv, tutti basati sulle onde generate dall'elettroencefalogramma.
Nella prima parte dell'esperimento i ricercatori hanno rilevato la «traccia» lasciata nell'Eeg dal riconoscimento di qualcosa, che corrisponde a un picco circa 300 millisecondi dopo lo stimolo. In seguito sono stati fatti vedere alcuni volti sconosciuti in mezzo ai quali c'era quello del presidente Usa Barack Obama, e i ricercatori sono riusciti a capire dal solo tracciato quando la foto vista dai soggetti era proprio quella della celebrità...
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