Guide: passo per passo
Google assume
Partite di hockey nel parcheggio, cuochi, cani che vagano liberi e riunioni attorno a un tavolo da ping pong danno un'idea precisa di come si lavora al Googleplex e del tipo di aria che si respira in quei corridoi. Ma mantenere questo genere di atmosfera non è facile e bisogna sapersi scegliere i nuovi collaboratori.
Google ha sicuramente trovato metodi piuttosto ingegnosi per assicurarsi nuovo personale che condivide il loro modo di lavorare - beh, se non sono ingegnosi loro chi lo è?
A Luglio del 2004, i passeggeri della metropolitana di Cambridge Mass. (Stati Uniti), si sono visti apparire un enorme cartello bianco con questa scritta sopra l'ingresso di alcune stazioni della metropolitana: {first 10 digit prime in consecutive digits of e}.com
Si tratta di un'originale offerta di lavoro da parte di Google!
Tradotto, il cartello, dice:
{primo numero primo di 10 cifre consecutive in e}.com
A chi non ha voglia di trovare questo numero posso dire che la risposta è: 7427466391.
Andiamo quindi a dare un'occhiata all'indirizzo http://www.7427466391.com/ indicato dal cartellone e ci ritroviamo su di un IP di Google che ci chiede di completare la sequenza:
f(1)= 7182818284
f(2)= 8182845904
f(3)= 8747135266
f(4)= 7427466391
f(5)= __________
Senza dilungarmi in spiegazioni tecniche vi dico che la risposta è: 5966290435.
Seguiamo quindi le indicazioni e andiamo su:
http://www.linux.org
Qui usiamo:
Username: bobsyouruncle
Password: 5966290435
E magia magia veniamo portati di nuovo da Google dove ci chiedono di inviare il nostro curriculum con la promessa che questo verrà letto.
http://www.google.com/labjobs/
Non ho inviato il mio curriculum, le soluzioni a questi enigmi non le avrei mai trovate da solo. Come ho fatto allora? Sono bravissimo a cercare con - toh - proprio Google!
Ma non vorreste lavorare per una società del genere voi?
Google si espande
A Febbraio 2001 Google acquista la pietra angolare della cultura Internet, l'archivio di Usenet. Inizia così l'arduo compito di integrare l'enorme volume di dati del più grosso archivio Usenet di Internet in modo che sia possibile effettuare ricerche. In breve Google migliorò il posting, il threading (la concatenazione dei messaggi) e la cancellazione. Il tutto per un totale di oltre 500 milioni di messaggi scambiati, negli anni, su Usenet.
Con l'aumento del suo pubblico globale, emersero gli schemi sepolti nella marea di query dando un'idea di ciò che passava per la mente collettiva. Scavando tra il marasma di keyword, Google catturò i trend delle ricerche e li istituzionalizzò nel Google Zeitgeist, una finestra in tempo reale sulla coscienza collettiva. Il Google Zeitgeist mostra le stelle nascenti e cadenti nel firmamento delle ricerche; nomi e luoghi che passano dall'oscurità al centro del palco per poi scomparire nuovamente. Come un Indice Standard & Poor della cultura popolare, il Google Zeitgeist tiene traccia delle nostre ossessioni e della fama passeggera.
Le capacità di ricerca di Google si moltiplicarono, l'appoggio economico divenne ancor più solido. Già dall'inizio del quarto quarto del 2001, Google avrebbe annunciato di aver trovato ciò che aveva eluso molte società on-line: i profitti.
Nuovo capo, nuova direzione
A Marzo del 2001 Eric Schmidt amministratore delegato di Novell e ex-CTO (Chief Technology Officer) di Sun Microsystems divenne capo del consiglio d'amministrazione di Google. Nei pochi mesi che separarono Eric Schmidt dalla carica di Amministratore Delegato, Google ampliò il numero di lingue a 40, vinse un altro Webby Award, raddoppiò il numero di pagine indicizzate e aggiunse alla sua gamma un numero di protocolli wireless da cui era possibile effettuare ricerche. Nel frattempo Larry Page e Sergey Brin diventarono rispettivamente presidente dei prodotti e presidente della tecnologia.
Eric Schmidt fu la chiave di volta nello sviluppo di Google che fino ad allora stentava a stabilizzare i profitti. Eric chiamò a se George Reyes, ex-dirigente della Sun Microsystems e gli affidò le finanze della società. Questo, più il fatto di dare una chiara direzione a Google definendola per quello che era ed è - la più grande concessionaria pubblicitaria on-line - diede nuova spinta e nuovi capitali. Google diventò, con lui, maggiorenne.
Informazioni senza barriere
Il cerchio delle amicizie di Google continuò a crescere. Un accordo con Lycos Corea portò Google all'attenzione di un nuovo gruppo di utenti Internet asiatici. A Ottobre, una partnership con Universo On-Line (UOL) fece di Google il principale motore di ricerca in Sud America. Nuovi uffici vendita furono aperti ad Amburgo e a Tokyo per soddisfare la crescente richiesta dei programmi pubblicitari di Google. L'appeal senza frontiere di Google era evidente anche nell'evolversi dell'interfaccia: gli utenti potevano ora limitare i risultati delle ricerche a siti scritti in Arabo, in Turco o una della altre 40 lingue disponibili.
Nel frattempo il motore di ricerca maturò, imparando a leggere vari tipi di documenti. La ricerca per tipo di file aggiunse una dozzina di formati alla lista supportata da Google. A Dicembre, Google Ricerca Immagini, lanciata quell'estate con 250 milioni di immagini, uscì dalla fase beta con una serie di funzioni avanzate e un indice espanso. Lo shopping on-line fece un balzo in avanti con il lancio di Google Catalog Search, dando la possibilità agli utenti di sfogliare oltre 1.100 cataloghi fino ad allora disponibili solo su carta.
Dicembre portò una nuova pietra miliare: l'indice di Google raggiunse i 3 miliardi di documenti ricercabili, un altro balzo avanti nella missione di Google di rendere l'informazione sempre più accessibile. L'anno si concluse con la retrospettiva di schemi, trend e keyword più ricercate nel Google Zeitgeist del 2001.
La storia di Google viene scritta tutti i giorni e nuovi capitoli vengono pensati quotidianamente dagli ingegneri e dai programmatori. Il resto lo potete trovare sulle pagine di Google da cui sono state tratte molte di queste informazioni.
http://www.google.com/corporate/history.html
Indice 1. Introduzione 2. L'inizio di un successo 3. Google culture |
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