Chiudere The Pirate Bay non ferma il file sharing
La recente censura del popolare sito di indicizzazione di file torrent, The Pirate Bay (TPB è censurato anche in Italia, ma è lo stesso raggiungibile tramite vari IP), non ha dato praticamente alcun risultato, racconta la BBC citando i dati di uno dei principali ISP Inglesi.
Poco dopo che l'Alta Corte Britannica aveva ordinato agli ISP del paese di bloccare l'accesso a TPB, le attività P2P erano scese di oltre l'11% rispetto alle media.
Il calo si è però dimostrato di breve durata e "i volumoi sono tornati praticamente a dov'erano prima," ha detto una fonte della BBC.
Geoff Taylor, amministratore delegato della British Phonographic Industry (BPI), il quale aveva richiesto la censura del sito, ha dichiarato che la censura è giustificata.
"Il nostro obiettivo era di ridurre l'utilizzo di The Pirate Bay in Inghilterra, sito che stava causando gravi danni ai musicisti e alle label Britanniche. Ci rendiamo conto che ci sia ancora molto lavoro da fare per ridurre le attività P2P illegali," si è difeso Taylor.
Mentre il blocco ha sicuramente causato danni a The Pirate Bay, il pezzo della BBC è la dimostrazione che azioni simili fanno poco o niente per fermare il file sharing. La recente chiusura di Megaupload aveva dato simili risultati - un breve calo delle attività P2P e poi gli utenti hanno trovato un altro servizio e le attività sono riprese.
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