ITU e le Nazioni Unite non hanno alcun controllo su Internet
Google, insieme all'UE e a molta della stampa specializzata, sta vivendo un momento d'isteria collettiva a causa del presunto tentativo da parte delle Nazioni Unite di prendersi il controllo di Internet all'incontro dell'International Telecommunication Union (ITU). Ma gli allarmisti si sono dimenticati di un punto fondamentale: le Nazioni Unite hanno pochissima autorità e, storicamente, ancor meno efficacia.
"L'ITU non ha poteri esecutivi," spiega Milton Mueller, Professore all'Università di Syracuse, "il che rende l'idea che l'ITU possa in qualche modo prendersi il controllo di Internet abbastanza divertente. Perché se il trattato dovesse risultare contro ciò che gli Stati Uniti o altre nazioni vogliono sia fatto con Internet, queste possono semplicemente non ratificarlo."
L'incontro internazionali a Dubai raduna democrazie e dittature nel tentativo di esplorare i possibili futuri scenari per la regolamentazione di Internet. Al momento, Internet è tenuta insieme da un numero di standard volontari e da alcune agenzie no-profit che concordano su come dovrebbero essere condivisi i dati. L'Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN), ad esempio, controlla tutti i domini di primo livello (come i .com, .net, .it, .de...) delegando ai paesi il diritto di rivendere alcuni domini specifici (ad esempio il .it è venduto dall'Italia). Nonostante l'ICAAN dipenda dalla Camera di Commercio statunitense, è riuscito però a rimanere ben distante dal governo stesso.
Uno dei padri di Internet, Vint Cerf, attualmente impiegato a Google, vorrebbe che la situazione rimanesse com'è. "Un sistema di regole decise e implementate dai singoli stati non è necessario e aumenterebbe i costi e i prezzi e interferirebbe con la rapida e organica crescita di Internet," ha dichiarato in un'intervista alla CNN. In un'intervista meno diplomatica a Reuters ha dichiarato che, "I continui attacchi sono la prova che questi dinosauri, con i loro micro-cefali, non hanno ancora capito di essere morti, perché il segnale non ha ancora attraversato i loro lunghi colli."
Le paure sono fondamentalmente queste. Nel lungo periodo si teme che i governi autoritari vogliano rendere la censura e spiare più facili (con il Deep Packet Inspection) e che vogliano trasferire le mansioni di agenzie no-profit importanti come l'ICAAN all'ITU. Più realisticamente, si teme che alcuni paesi comincino a permettere agli operatori di tassare i siti per dare al loro traffico una corsia preferenziale, ovvero vorrebbero dare l'addio alla Net Neutrality. La stessa Net Neutrality che anche l'UE supporta.
Quest'ultimo punto viene giustificato dicendo che i soldi così guadagnati possono essere usati per migliorare l'infrastruttura, ma vari studi hanno dimostrato (usando analogie con modelli provenienti dalla telefonia fissa) che, storicamente, i paesi con le tariffe più alte sono quelli che hanno avuto l'infrastruttura peggiore.
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