Stone Spray, la stampante 3d che usa terra e sabbia
Basta giocattoli e modellini: tre architetti dell’istituto catalano puntano a rivoluzionare le procedure con un prototipo versatile e green per sfornare ponti, archi e abitazioni. L’obiettivo è costruire sul serio.
Un progettista, dall’altra parte del mondo, carica il file col disegno. La macchina si avvia e stampa, utilizzando magari i materiali disponibili sul posto, un ponte o un arco. Questo l’obiettivo degli architetti Petr Novikov, Inder Shergill e Anna Kulik, che con la loro coraggiosa ricerca battezzata Stone Spray e sviluppata all’ Institute for Advanced Architecture of Catalonia, stanno già tentando di rivoluzionare il pur giovane campo della stampa 3d. Cercando di farle fare il salto di qualità, spingendola cioè dalla piccola alla grande scala e trasferendo i principi basilari della neonata manifattura digitale che tanto piace alle nuove tribù di maker verso lavori di autentica edilizia. O quasi. Insomma: basta scarpe, modellini, giocattoli e oggettistica fluo, largo alle applicazioni d’ingegneria urbanistica.
Due, almeno, le differenze essenziali fra la stampante Stone Spray – ma bisognerà per forza trovare un’etichetta più azzeccata per questi rivoluzionari robot del contemporaneo – e le altre macchine simili già viste nei mesi scorsi...
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